In questo tutorial vorrei fornire le nozioni che reputo tra quelle più importanti per eseguire correttamente la propria fotografia HDR in True Tones , sfruttando la funzione standard di Tone Mapping , in modalità Details Enhancer , partendo dagli errori comuni sui triggers fondamentali del software in fase di elaborazione.
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Innanzitutto ricapitoliamo quanto già descritto nel post visibile a tutti , ovvero vi propongo i singoli scatti le tre immagini che prenderemo d’esempio e su cui poi ho elaborato l’HDR finale, uno scatto al mare in Corsica, e uno in alta montagna, sulle Alpi ed uno tra i boschi del Sassello, in Liguria in condizioni di luce differente .
E per chiarire le alterazioni dello scenario naturale che ci porterebbero fuori strada nell’elaborazione di uno scatto HDR in true tones, un
Questi invece sono alcuni esempi di alterazioni dello scenario naturale che ci porterebbero fuori strada nell’elaborazione di uno scatto HDR in true tones con qualche informazione in più:
- Il bilanciamento colore, vuoi perchè come me uso a volte una DSLR modificata per ricevere anche l’UV/Infrarosso avendo rimosso il filtro per utilizzarla in astronomia, vuoi perchè banalmente è stato impostato in luci notturne invece che naturali o auto white balance, comunque sia, per ottenere un HDR il più naturale possibile è necessario intervenire meglio prima , perchè photomatix possiede un unico trigger per variare la tonalità ed è troppo poco per un ricalibrazione dei colori importante.
- Le sovraesposizioni, ovvero i punti bruciati dall’eccessiva luce, come in fotografia generica vanno evitati e l’HDR stesso ci da gli strumenti per mitigarli o addirittura rimuoverli nella maggior parte dei casi, ecco un esempio:
- Errato Lighting Adjustment, e Eccessiva Intensità dell’HDR portano ad una visione più drammatica ma dal punto di vista della naturalezza della foto errata, alterando la vera luce ambientale, in questo caso come se ci si sentisse sovrastati da un enorme e minaccioso nuvolone nero, che in realtà non c’è stato, c’era si un passaggio di nubi , ma distanti e non così drammaticamente enfatizzate.
- Va bene essere pignoli, ma a volte se il particolare non compromete il risultato, è possibile ovviare ad una piccola imperfezione (in questo caso un’unica foglia tra il muschio che è inesorabilmente rimasta sovra-esposta, e prendo spunto per quest’altro trucco ma in fase di ripresa, ricordate di tarare le impostazioni di ripresa dei vostri scatti in bracketing di modo che in almeno 1 dei tre scatti ci siano tutti i particolari non sovraesposti, perchè non c’è HDR che tenga se non è presente “segnale” per poter comporre il dettaglio nella zona sovraesposta. Per ovviare come in questo caso all’imperfezione comunque ci viene in aiuto uno strumento come “Adobe Lightroom” che presenta un veloce tool che “clona” e nasconde imperfezioni come granelli di polvere sul sensore quando si chiude molto il diaframma, ed in questo modo è stata rimossa la maledetta foglia sovraesposta nell’immagine finale che vedrete alla fine di questo tutorial.
Ora vediamo direttamente tramite il software Photomatix, eseguiamolo ed effettuati i primi click del mouse per caricare il set di tre immagini sul software (da Load Bracketed Photos) vi verrà proposta inizialmente una schermata che porterà all’applicazione del Deghosting; ovvero l’uso corretto ci permette di scegliere uno dei tre scatti, ed occorre in caso di soggetti in movimento nel campo fotografato, evitando di avere qualcosa di mosso che distolga lo sguardo, e senza alterare l’immagine o dover incorrere in post-produzione nel foto-ritocco per eliminare ove possibile l’imperfezione.
Di questa funzione è presente un rapido esempio in queste due immagini, prima e dopo il deghosting; nella seconda immagine, i fiori gialli di Tarassaco in piano non presentano più il mosso ma anche, i punti del fiore ove erano anche sovraesposti, hanno riottenuto una luce più naturale.
Impostate le informazioni iniziali, per esempio se gli scatti multipli sono stati eseguiti con cavalletto o a mano libera, etc , e calibrato il deghosting di modo da non avere il mosso nell’immagine, si passa alla vera e propria elaborazione dei tre scatti ed il software impiegherà tempo a seconda della velocità del proprio computer e della “pesantezza” dei file forniti , ma che ci restituirà l’immagine elaborata con le impostazioni standard (o le ultime applicate nell’elaborazione precedente) ed una serie di “preset” che tuttavia non prenderei in considerazione, ma che danno idea delle possibili varianti che la taratura delle impostazioni possono produrre.
Procediamo con l’illustrare l’impiego di due triggers/settings che ritengo molto importanti e che pregiudicano il risultato finale, che sono, l’intensità dell’HDR e successivamente la Modifica della luce e per farlo vi mostrerò l’effetto sulle due immagini d’esempio in tre versioni sulle quali evidenzierà che differenze ci sono e quale è la più corretta da adottare. l’intensità dell’hdr, si agisce sul primo triggher chiamato “Streaght” e che più è alto il valore più applica con maggior intensità l’aumento di dettaglio sfruttando i tre scatti a differenti EV, quindi la foto potrà avere più o meno tutti i dettagli che si hanno nei punti più bui e nei punti più luce, ma osserviamo le versioni proposte in immagine:
- l’intensità dell’hdr, si agisce sul primo trigger proposto dal software , in alto a sinistra, chiamato in inglese “Streght” , più è alto il valore più applica con maggior intensità l’aumento di dettaglio HDR sfruttando i tre scatti a differenti esposizioni quindi la foto potrà avere più o meno tutti i dettagli che si hanno nei punti più bui e nei punti più luce, esagerando con questo trigger otteniamo un effetto surreale indesiderato, ma osserviamo le versioni proposte in immagine:
Come potete vedere e come precedentemente descritto, in tutti entrambe le immagini in esame, non eccedere nell’intensità rende tutto più naturale, percui l’impostazione più corretta per tutte e due le immagini d’esempio, è la terza.
Vediamo ora l’altro trigger che volevo prendere in esame:
- il punto di luce, in inglese “Lighting Adjustment”, disabilitando Lighting Effect Mode ci consente di agire sul trigger ed a seconda di come posizionato, permette di rendere la foto più naturale, osservate nuovamente le tre versioni proposte della prima serie di immagini d’esempio proposte:
Osserviamo l’altro esempio ma con differenti condizioni di luce ambientale per capire meglio come applicare correttamente la funzione:
quella più corretta anche in entrambi i casi è la terza, e come potete vedere l’applicazione della luce che cade negli altri modi, rende la foto più surreale o drammatica, ed è importante non sottovalutare questo trigger perchè è uno di quelli che conferisce maggiore naturalezza allla foto, oppure permette a chi più artisticamente vuole donare “un’aria differente” all’immagine, ma non è questo l’argomento del post perchè, trattiamo di true tones hdr, immagini hdr il più naturali possibili.
Nell’ultima immagine d’esempio, in questo caso le condizioni di luce ambientale necessitano di una correzione diversa dalle precedenti due immagini, infatti l’immagine corretta è sempre la terza ma presenta una migliore naturalezza non enfatizzando il Lighting adjustment al massimo, che scurirebbe troppo il ruscello, ma mantenendolo al 60/70% non compromette la profondità di campo che poi produce quell’appiattimento dell’immagine che la rende meno naturale e meno piacevole
Siamo alla fine di questo post, manca solo più vedere le due immagini tt-hdr finite con tutte le correzioni , le calibrazioni ed i miglioramenti applicati e pubblicate sul nostro profilo di 500px:
https://500px.com/photo/158619305
https://500px.com/photo/162620481
https://500px.com/photo/172730421/mountain-creek-water-moss-and-leaves-edit-v2-by-gianni-e-valentina
Direi che è tutto 🙂 questi sono i fondamentali per non incorrere in errori e spero aiutarvi a produrre belle elaborazioni realistiche e naturali in HDR, Ciao!
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